L’articolo di Annarita Briganti su La Repubblica offre un resoconto del tour europeo di Marie Kondo a Milano per promuovere il suo nuovo libro, Lettera dal Giappone, che si concentra su sei principi per l’armonia interiore. L’autrice, nota per i suoi best-seller sull’organizzazione domestica, confessa di aver abbandonato la perfezione nel riordino, ammettendo che a volte ignora il caos a casa per stanchezza. Il nuovo volume sposta l’attenzione dall’ordine materiale alla ricerca di armonia e evoluzione personale, introducendo il concetto giapponese di “Ma”, inteso come uno spazio-tempo da ritagliare nella frenesia quotidiana. Kondo incoraggia le persone a vivere il presente con consapevolezza, ad esempio durante il caffè, e a praticare l’egoismo sano e la gratitudine verso gli oggetti e l’ambiente circostante.
Il testo proveniente da Gambero Rosso fornisce una spiegazione approfondita della fika, un rituale sociale svedese che va oltre la semplice pausa caffè. Viene chiarito che la fika è un momento di conversazione e condivisione di bevande e cibo, diventato parte integrante dell’identità culturale svedese. Il testo illustra le sue curiose origini linguistiche, risalenti a un gioco di parole del XIX secolo che invertiva le sillabe di “kaffi” (caffè). Inoltre, viene tracciata la storia del consumo di caffè in Svezia, evidenziando i tentativi storici di divieto e la successiva esplosione della bevanda come abitudine quotidiana che ha plasmato la fika. Infine, il testo descrive come questo momento sia strutturato sul posto di lavoro e a casa, spesso accompagnato da dolci tradizionali come il kanelbulle, sottolineando il suo profondo significato come pratica sociale non gerarchica.
Questa fonte è un estratto da un articolo di Rolling Stone che offre una visione interna della registrazione segreta dal vivo di una rivisitazione dell’album classico di Bruce Springsteen, Nebraska. La narrazione si concentra sulla prospettiva del chitarrista Larry Campbell, che è stato invitato da Springsteen a partecipare a questa performance minimalista, la prima volta che l’intero album veniva eseguito dal vivo in modo fedele alla sua strumentazione essenziale. Campbell descrive la sua preparazione e le sessioni “a basso profilo” nello studio di casa di Springsteen e in seguito al Count Basie Center for the Arts con il solo tastierista Charlie Giordano. L’obiettivo era catturare l’atmosfera austera e la narrazione oscura di Nebraska in un film diretto da Thom Zimny, che farà parte di una riedizione ampliata dell’album. Campbell riflette sulla sfida di esprimere l’emozione dei testi e sull’unicità di essere parte di un progetto così riservato e significativo.